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Costanza Florio -L’erede di una grande Dinastia-Intervista

Intervista a Donna Costanza Costaguti Florio, ultima erede di una illustre Famiglia  Palermitana :

 

 

Coltivavamo da tempo l’idea di incontrare l’ultima erede Florio, Costanza per l’appunto, figlia di Giulia Florio e nipote di Ignazio e Franca Florio.La curiosità tipica dei bambini, il fascino per quella che era stata una grande dinastia di imprenditori Siciliani dall’ottocento ai primi del novecento,di cui avevamo sentito parlare da tempo e ben descritta in alcuni volumi che avevamo letto appositamente   che ci hanno  spinto ad incontrare:

Costanza  Afan de Rivera Costaguti Florio.

L’incontro lo avevamo programmato da tempo . Naturalmente ci eravamo ripromessi di incontrarci e puntualmente il ventinove Marzo di un paio d’anni fa, Costanza Florio ci aspettava presso l’Associazione Culturale “La Sicilia dei Florio” ubicata a Palermo in via Leopardi in compagnia del barone Giuseppe Giaconia di Migaido, Presidente della stessa Associazione.

Ci ha colpito subito il personaggio, grintosa ,carismatica, aspetto giovanile e concretezza estrema nelle sue manifestazioni, qualità che gli storici della Famiglia dicono che fossero prerogativa della  madre Giulia ultima erede di Ignazio e Franca Florio.

Da premettere che avevamo in precedenza incontrato Costanza Florio a Catania, ma mai personalmente e nell’ambito di altre manifestazioni , per cui l’occasione che si presentava era alquanto allettante.

Una volta  programmato tutto l’occorrente per l’intervista grazie al regista  Davide Catalano e all’amico Piero Juvara, ho cominciato a parlare con Lei e non vi nascondo che in quel momento come un flash è passata  la storia di questa dinastia illustre, con principi e regnanti di altre nazioni  che sfilavano all’Olivuzza nei mega ricevimenti davanti alla bellezza e allo sfarzo di Franca Florio, nonna di Costanza che Lei naturalmente non ha conosciuta perchè  nata nel 1950.

Ho ripreso quell’attimo di atmosfera da sogno che avevo già vissuto leggendo i libri sulla storia dei Florio, e ho iniziato a gustarmi questa intervista attimo per attimo.

D-Donna Costanza Lei rimane una delle ultime discendenti di una famiglia illustre che ha segnato la storia della Sicilia , ci tracci la figura di Giulia Florio, sua madre attraverso i ricordi e i momenti particolari della sua vita.

R- Mia Madre era una donna grintosa , positiva , nata nel 1909 , sposa il Marchese Achille Belloso Afan de Rivera dal quale ha cinque figli Ascanio (1940)Clotilde (1942)Nicola (1943)Ignazio (1945)Costanza (1950 ).Ella ha vissuto un’epoca di grandi avvenimenti fausti e infausti .Trovandosi nella condizione di ultima erede, ha vissuto le vicissitudini della famiglia , le ultime quelle del declino imprenditoriale del padre Ignazio con molta dignità e consapevolezza. Donna Franca mamma di Giulia , nonna di Costanza, nonostante i suoi impegni mondani era una madre molto vicina alla figlia Giulia., soprattutto dopo la morte improvvisa prima  di Giovannuzza e dopo qualche tempo di Ignazio detto Baby Boy, che sarebbe dovuto essere il continuatore della famiglia.

Tutto ciò fece si che l’affetto di Franca prostrata dal dolore si riversasse su Igea e Giulia anche se nata cinque anni dopo la tragedia,nel 1909.Giulia era anticonformista per eccellenza libera , legata alla famiglia che si costrui un percorso tutto suo, studiando e frequentando una scuola a Roma.

D-Chi fu veramente Franca Florio?una bellezza invaghita del suo fascino o della sua bellezza oppure una donna che seppe svolgere con classe e dignità il compito che la posizione sociale le imponeva?

R-Mia Nonna risponde Costanza era una donna bellissima , il fascino e la bellezza che promanava la sua immagine era qualcosa di indefinibile. Io purtroppo ero piccola e non  ho avuto modo di conoscerla.Solo dai racconti di mia madre nell’ultima parte della sua vita. Passava  le sue giornate a contatto con la natura ricordando di volta in volta le sue esperienze andate. Dai racconti di mia madre Giulia , mia nonna Franca svolse sempre con molta dignità e classe il suo compito senza mai andare oltre, lasciando sempre e dovunque degli ottimi ricordi. Il suo compito era quello di affiancare Ignazio Florio nei salotti mondani di mezza Europa.Certamente  di questi rapporti intessuti se ne avvalse mio nonno. Ricordatevi che Palermo era meta dei regnanti  di mezza Europa da Guglielmo 2°  di Prussia allo Zar Nicola 2°, meta di Poeti, Romanzieri, Capi di Stato; sicuramente tutto questo servi a mio nonno per la sua molteplice attività imprenditoriale che fece di Palermo la Capitale per eccellenza del gusto, dell’eleganza  e della signorilità e della belle epoque.

D-E’ vero che sua nonna si era fatta porcellanare il viso a Parigi all’età di trenta anni?

R- Si è vero come mi raccontava mia madre Giulia, la nonna Franca si sottopose a Parigi a farsi porcellanare il viso, con sommo dispiacere di mio nonno Ignazio che disapprovò;ma Lei  era cosciente pienamente, perché era una donna molto intelligente,sapeva cosa andava incontro. Questo vezzo era da premettere molto pericoloso e fastidiosissimo  ed era praticato dalle belle donne dell’epoca inserite in un contesto sociale alto in tutte le corti d’Europa;  comportò come ci raccontò mia madre un sacrificio fisico non comune. Inoltre mia nonna aveva la carnagione bianca candida, mai la sua pelle era stata a contatto con i raggi del sole. La sua bellezza spiccava anche per questo.

D-Che ruolo ebbe Franca Florio nei delicati rapporti di affari che suo nonno Ignazio tesseva a livello internazionale per affari?

R-Costanza mi ricorda che Lei in quell’epoca non era ancora nata, ciò nonostante dalle discussioni fatte con mia madre, mia nonna ebbe il ruolo di tutte le donne mogli di grandi imprenditori. Non andò mai oltre certi limiti, era affabile , gentile con tutti, aperta. Senza mai fare trasparire nulla dal suo volto. Riceveva un grande numero di lettere come quella di D’Annunzio , del tenore Di Stefano che la pontificavano per la sua bellezza , per le sue forme, ma Lei non andò mai oltre determinati limiti, mai ingenerò pettegolezzi, tutto alla luce del sole. Il suo unico amore fu mio nonno Ignazio. Mai la sua grande affabilità fu scambiata per altro. Bastava la sua presenza affichè regnanti e capi di stato si facessero in quattro per Lei. Mio nonno ottenne tanto per i suoi meriti imprenditoriali, per la sua lungimiranza. Una cosa che lo  contraddistinse fu quello di essere sempre avanti rispetto agli altri e questo non fu cosa da poco soprattutto con le idee.

D-Dai racconti di sua madre ebbe conferma della fama di sua nonna Franca dinanzi alla quale si inchinarono Il Kaiser ,Guglielmo 2°, lo Zar e la Zarina,il Re Vittorio Emanuele e tante teste coronate che transitarono da Palermo e che per questo fu sopranominata la Regina di Palermo?

R-Si è vero quello che si raccontava della nonna , le foto rimaste che sono tante ci fecero conoscere le tante teste coronate che transitarono da Palermo e che poi venivano a Palermo nei mesi estivi a Villa Igea ospiti della nonna. Ricordo mia madre che ci raccontava della venuta del Kaiser Gugliemo 2° di Prussia e lo Zar che erano degli habitue’dei salotti mondani che mia nonna organizzava con grande sfarzo prima nella villa dell’Olivuzza e dopo a villa Igea fatta costruire appositamente dall’Architetto Basile il grande fautore del liberty Siciliano. Una diceria quella di dare il nome di Regina di Palermo a mia nonna, ella era Regina di ben altro oltre che donna di grande classe; Se mettiamo poi la  ricchezza spropositata di mio nonno per le sue molteplici attività in campo industriale e imprenditoriale, allora ecco dipinto il quadro di mia nonna .

D-L’Impero di suo nonno Ignazio valutato all’epoca il doppio di quello dei Rotschild e dei Vanderbilt ,spaziava dalla flotta Mercantile alla cantieristica, alle zolfare, agli stabilimenti chimici,alla produzione del vino e una miriade di attività che consentirono ai Palermitani di beneficiarne in termini di lavoro e assistenza, ci racconti attraverso i resoconti di sua madre Giulia, questi tempi dorati.

R-Mio nonno Ignazio ebbe una grandissima lungimiranza assecondato dal momento politico e dal governo Crispi. Allacciò intese con i Rubattino e con essi costitui una grande compagnia di navigazione che prima  solcò i mari nazionali e in seguito si accinse a solcare i mari intercontinentali. Istituì un postale che collegava Palermo con New York in America , diede impulso in Sicilia alle zolfare all’industria vitivinicola, istituì case per gli operai che lavoravono per Lui e costruì i primi asili nido dove lasciare i bambini figli dei suoi operai. Istituì una mensa cosa impensabile perla Siciliadell’ottocento e dei primi del novecento. Costruì con l’avallo dell’Architetto Basile il Politeama e Palazzi  che ancora oggi si possono ammirare a Palermo. Inoltre la pesca del tonno e le Tonnare a Favignana diedero lavoro a tante persone,e dopo una lavorazione minuziosa per poterlo conservare ,con le sue navi provvedeva a trasportarlo in Sicilia  e in  Italia,  fino in  America.Fece tanto per la sua città. Fece costruire finanche delle case per i suoi operai ,li mise in condizione di fare una vita dignitosa. Mia nonna da parte sua provvide a fare il corredo a tante ragazze trovatelle che si trovavano in collegio,  diede impulso alla costruzione dell’Istituto per i ciechi, un Adriano Olivetti se mi è permesso il paragone, ante litteram. Mio nonno però  era un grande play boy, si innamorava spesso nonostante avesse per la moglie un rispetto e una stima totale, ma era fatto cosi le belle donne lo attiravano e mia nonna se ne doleva e si gettava a capofitto sul tavolo di gioco dove perdeva delle somme enormi per quel tempo.E’innegabile che per Palermo  quelli furono tempi d’oro.

D-Come si svolgevano le vostre giornate  da piccoli nella tenuta di Roccalvecce in villeggiatura?

R-Costanza a questa domanda ha un sussulto e si commuove. Ci ringrazia per esserci soffermati sulla sua giovinezza. Sono  i momenti più belli quelli vissuti in villeggiatura a Roccalvecce , vicino Viterbo insieme alla madre Giulia e il Padre. Abbiamo vissuto la nostra infanzia spensieratamente-dice Costanza- , giocavamo tutta la giornata con qualsiasi cosa ci capitasse a tiro.La nostra fantasia da bambini non aveva limiti, ci accontentavamo di tutto pur di stare insieme all’aria aperta. Mia madre riceveva delle visite, giocavamo con i cugini del ramo Borghese con i quali siamo imparentati, ma ricordo che eravamo felici e spensierati come se il mondo circostante non esistesse. Ricordo mia madre che ci seguiva interminabilmente con la coda dell’occhio e ad un suo accenno eravamo tutti li accanto a Lei.

Sapeva essere dolce ma nello stesso tempo dura e pragmatica. Abbiamo passato una infanzia e una giovinezza felice. Roccalvecce sarà da me ricordata per la felicità che ancora oggi ci ritorna in mente nei momenti tristi. Vi devo ringraziare per avermi fatto questa domanda.

D-E’ vero che suo zio Vincenzo molto più piccolo di Ignazio si disimpegnò nella gestione dei beni di famiglia lasciando mano libera al fratello? Si dice che la sua genialità negli affari oltre alla ricchezza di idee avrebbe potuto salvare la famiglia?

R-Non è vero ci dice Costanza i due fratelli avevano compiti distinti , mai ci fu competizione. Mio zio Vincenzo aveva genialità e grande ricchezza di idee nell’organizzazione delle manifestazioni sportive e non. Da lui ho cercato di apprendere questa sua varietà di idee e fermezza nelle decisioni.

Vollela Siciliaal centro di tutto, organizzòla PrimaveraSicilianache inglobava una serie di manifestazioni , gare , sfilate , ma fu soprattutto il fondatore della mitica Targa Florio, Lui aveva la passione delle auto da corsa e rimase estasiato dalla Mille Miglia. Da quel momento il suo pensiero fu quello di portare le corse sulle Madonie i suoi sforzi furono finalizzati al raggiungimento della perfezione nell’organizzazione degli eventi. Da lui ho tratto questo “humus “che è quello di portarela Sicilianel mondo promuovendo con l’Associazione alla quale appartengo, manifestazioni che la possano far crescere come lo zio Vincenzo sognava. Ignazio e Franca finchè furono in vita collaborarono con lo zio Vincenzo per la promozione dell’immagine Siciliana nel mondo. Difatti in occasione delle Targhe Florio, vennero giornalisti da tutto il mondo per ammirare le gesta di cui erano stati capaci questi imprenditori Siciliani. La gara in seguito ottenne la validità per il Campionato Mondiale Marche fino al 1973, poi si spense nell’oblio dei ricordi.

D-Ci racconti quando sua madre Giulia  salvò la vita allo zio Vincenzo e a sua zia Lucie Henry sottraendoli al massacro delle fosse Ardeatine?

R-Mia madre in quella occasione grazie al suo contatto con Kappler spiegò al Comandante delle SS in Via Tasso a Roma che lo zio Vincenzo e la zia Lucie avevano venduto i loro gioielli di famiglia non per traffici illeciti come in un primo tempo i tedeschi avevano pensato,ma per recimolare qualche denaro, considerati i tempi dell’occupazione tedesca a Roma molto duri. Quella volta Giulia riuscì con molta calma e molta spigliatezza oltre che con molto coraggio, a dimostrare a Kappler che lo zio Vincenzo ela ZiaLucie non avevano venduto i gioielli per lucro, ma solo per bisogno immediato. I Tedeschi furono di parola. Quell’intervento di mia madre sottrasse lo zio Vincenzo e zia Lucie, alla mattanza compiuta dai tedeschi verso gli Italiani alle fosse ardeatine.Un colpo di fortuna.

D-E’vero che i Tedeschi durante la ritirata volevano far saltare in aria la villa di Migliarino Pisano di sua zia Igiea e suo zio Averardo Salviati  perchè si trovava sulla linea gotica?

R-Per quello che mi risulta dice Costanza non sono a conoscenza di questo episodio, probabilmente è vero , ma sicuramente qualora ci fosse stato sentore di ciò i Salviati ma soprattutto mia zia Igiea battagliera come non mai avrebbero fatto i loro passi presso le autorità tedesche.

Quello che mi risulta dagli incontri con mia madre  e che mia zia Igiea in quel periodo diede ospitalità a tanti ebrei e fuoriusciti che durante la guerra avevano perso i punti di riferimento, li aiutò e li rifocillò fino alla fine del conflitto , addirittura nacquero dei bambini in villa e alla fine di essa furono aiutati da mia zia Igiea tutto questo nel più assoluto silenzio dei mass media che strombazzano anche le cose più futili riguardanti la grande guerra ai quattro venti

D-Gli anni del secondo conflitto mondiale passati stabilmente da Ignazio e Franca all’Hotel Savoia a Roma,come furono considerate le vicissitudini finanziarie(1929/1935)della Grande Famiglia Siciliana da quello che le raccontò sua madre?.

R-Gli anni passati a Roma dai miei nonni come appresi dai resoconti di mia madre, furono tristi sia per il contesto nel quale si viveva, oltre che per la precarietà  causata dalla guerra.

Inoltre già le imprese di mio nonno avevano subito un brusco ridimensionamento, a cominciare dall’industria navale fino alla chiusura delle zolfare e delle tonnare. Mio nonno aveva come suo costume, pagato fino all’ultimo centesimo, tutti i debiti che si accavallarono in quel tempo. La villa dell’Olivuzza era già stata venduta da qualche tempo e nonostante gli sforzi per uscire fuori dalla crisi, fu tutto vano. Ogni qualvolta i miei nonni andavano a Palermo alloggiavano a Villa Igea, Nonna Franca per rinverdire i bei tempi andati;,non perdeva l’occasione per organizzare incontri, Feste  e riunioni con gli amici rimasti, ma era il crepuscolo. Vennero a Villa Igea a far visita alla nonna i Reali Inglesi e qualche testa coronata, oltre che scrittori , romanzieri, tenori e artisti. Ormai però nonostante ciò eravamo alla fine di tutto .Gli affari  per mio nonno andavano proprio male .I Rubattino avevano lasciatola Compagniadi Navigazione per cui si dovette ridimensionare tutto.

D-Con sua zia Igiea , le sue figlie , mi riferisco a Donna Arabella Salviati, Floriana, Forese avete avuto modo di incontrarvi e ricordare le vicende della Vostra Famiglia?Inoltre vorrei sapere se in quel periodo trapelò qualcosa riguardante la tragica vicenda di Raimondo Lanza  brillante personaggio della “Higth Society”Palermitana e pupillo di suo zio Vincenzo ?

R- Con i miei cugini non abbiamo avuto possibilità di incontrarci; con Arabella Salviati ci siamo visti qualche volta , ma data la sua età avanzata non ci siamo incontrate di recente Arabella Salviati sposata con un Lanza di Scalea adesso vive per conto proprio. Con gli altri cugini ci siamo incontrati poche volte. Di Raimondo Lanza ricordo che mia madre me ne parlò, io allora ero troppo piccola, per cui ai bambini si faceva sapere lo stretto necessario. Poi da grandi abbiamo conosciuto la tragica vicenda che lo vide suicida in un grande Hotel di Roma. Raimondo a detta di mia madre Giulia, era un uomo affascinante e di grande classe. Seguiva Harrol  Flinn quando veniva a Roma a girare i suoi film , per questo modellò i suoi baffetti alla Harrol Flinn.Era addentrato in tutti salotti bene della Roma capitolina, aveva una grande passione per le corse d’auto, e la bella vita. Mio zio Vincenzo trovò in Lui il continuatore della sua mania per le corse che poi trasmise un po a tutti. Fu Presidente del Palermo Calcio. Ebbe tante donne e fu molto legato all’attrice Americana Barbara Hutton, fiamma dell’allora aitante e poi Presidente della Fiat Gianni Agnelli dopo l’era Valletta. Aveva tutto quello che si poteva sognare per quel tempo. Ma una profonda tristezza, e una scontentezza continua lo divorava giorno per giorno. Mia madre mi disse che la morte del BaroneLa Motta suo grande amico dovuta ad un incidente in un Giro di Sicilia, lo segnò non poco. Sicuramente i problemi erano ben altri per arrivare ad un gesto simile.

D-Gli ultimi anni della sua illustre  madre Giulia dove li ha vissuti e che insegnamento ne ha tratto?

R- Gli ultimi dieci anni di mia madre penso siano stati i più penosi in quanto non era più lei. Dopo la morte di mia zia Igea che io non conobbi appieno(sono del 1950)aveva perso quella vitalità che la contraddistingueva. Rimase su una sedia a rotelle e faceva tutto da quella sedia. Cucinava quando il personale era a riposo, usciva, sbrigava le piccole faccende, incontrava tante persone che la volevano bene ma non camminò più per suo esclusivo volere. Lei ormai vecchia e stanca ebbe quasi  un rifiuto a continuare a vivere, quasi una similitudine con mia nonna Franca che dopo la frattura del piede a Migliarino Pisano dovuta ad una banale caduta,si rifiutò di riprendere a camminare.

L’insegnamento che ho tratto da Lei è quello di una grande umanità e un grande affetto che non ci ha mai lesinato a noi figli. La forza che ci ha trasmesso ci ha dato la possibilità di andare avanti nel miglior modo possibile. Non bisogna dimenticare che Lei come ultima figlia visse la fase discendente della famiglia Florio.Poi conobbe mio padre e si sposò..Noi siamo imparentati con i Borghese e con una famiglia dell’alta Aristocrazia capitolina, ma questo non è mai stato un biglietto da visita. La sua morte avvenuta nel 1989 la colse vecchia e stanca , ormai paralitica, ma sempre bella e dolce nei suoi lineamenti. Il suo ricordo è indelebile.

D-Chi è oggi Costanza Afan de Rivera Costaguti Florio ,quali sono i rapporti con il ramo più giovane della famiglia Florio, il ramo Trabia e le altre famiglie aristocratiche di Palermo,quali i progetti per il suo prossimo futuro?   

R-Oggi Costanza è una donna calata in pieno nella realtà contestuale. Nessun volo pindarico, ma tanta concretezza. La belle Epoque è passata da tempo e non la rimpiango, ho il dovere e il rispetto di ricordarla.Sono una donna che opera nell’ambito della politica (Destra) e cerca di dare il suo piccolo contributo d’idee sin dall’età di quattordici anni. In gioventù  ho partecipato al sessantotto, poi mi sono dedicata alla politica. Inoltre qui a Palermo con il Barone Giaconia abbiamo fondato l’Associazione culturale denominata “La Sicilia dei Florio”  abbiamo intrapreso una serie di contatti con operatori economici, turistici, alberghieri per promuovere l’immagine di questa meravigliosa terra; un pò il compendio di quello che voleva fare mio nonno Ignazio e mio zio Vincenzo con la grande regia di mia nonna Franca. Inoltre l’anima dell’associazione sono le corse storiche su strada in particolare ci stiamo occupando della 1000 kilometri di Sicilia Storica che durerà quarantotto ore e che vedrà la partecipazione di tantissimi equipaggi provenienti anche dall’estero. In pratica una rievocazione del Giro di Sicilia.

Ci prefiggiamo di promuovere una nuova immagine della Sicilia, lontana dagli stereotipi finora conosciuti, attraverso manifestazioni e promozioni di prodotti e modelli  esclusivamente Siciliani. La promozione del vino Doc, i percorsi naturali ancora incontaminati, il Barocco,il mare fanno si che questa terra si possa sollevare dal suo torpore atavico. A questo proposito penso che debbano essere gli stessi Siciliani ad uscire dal tunnel e non aspettare la manna dal cielo. Inoltre da mio zio Vincenzo ho avuto instillata la mania per le corse. Difatti con la Provincia Regionaledi Palermo e con il suo Presidente Avanti ci siamo prefissi di rivalutare  e rimodellare tutte le tribune di Cerda e gli spazi antistanti. Il mio sogno sarebbe far rivivere la primavera Siciliana con grandi marche d’auto come la Ferrari,La Maserati, Le Mercedes e tanti operatori commerciali che propongono prodotti doc Siciliani dalla culinaria ,alla moda. Ci stiamo muovendo e quando lo faccio penso sempre a mia madre Giulia e a Zio Vincenzo, guardo sempre avanti sono determinata.

D-Suo zio Vincenzo più che un capitano d’industria fu animatore e promotore della Primavera Siciliana ,organizzando la mitica Targa Florio, il Giro di Sicilia e tante altre manifestazioni che resero Palermo al centro del mondo in campo mondano e motoristico.Il 1906 e gli anni a venire dal dopoguerra segnarono l’ingresso sulla scena di questo personaggio mitico.Cosa ricorda di suo zio Vincenzo sempre attraverso i racconti di sua madre Giulia e di tutte quelle persone che gli sono state vicine e hanno avuto modo di apprezzarlo?.  

R-Mio zio Vincenzo non era per niente interessato alle industrie di famiglia e a tutte quelle attività inerenti suo fratello Ignazio, Lui era un personaggio che amava vivere bene , amava le donne non gli interessava nulla degli affari di famiglia,aveva la passione per le corse e l’organizzazione di esse attraverso la Primavera Siciliana. Vincenzo ha rappresentato a Palermo la seconda fase dei Florio la promozione del marchio Sicilia attraverso La Targa,dopo il fallimento delle Imprese attinenti la navigazione, i Cantieri Navali,le tonnare , le industrie zolfifere del fratello Ignazio e l’acquisizione finale  da parte dell’IRI di tutto il patrimonio o di quel poco che rimase. Ci riuscì in pieno .Oggi la Targa Florio anche se valida per il Campionato rally ha  avuto una sua valenza mondiale. Tutti la ricordano in ogni parte del mondo.

Zio Vincenzo era una persona dolcissima ebbe le sue vicissitudini familiari perdendo la prima moglie Annina Alliata di Montereale per una grave malattia. Soffri molto per la morte di Giovannuzza e  Ignazio detto Baby Boy figli di Ignazio morti prematuramente. In quella occasione fu un  supporto psicologico perla  Nonna Franca che si ritirò a Favignana per un periodo di tempo. Si legò a Lucie Henry conosciuta ad Epernay, fino alla sua morte avvenuta nel 1959. Aveva per noi nipoti delle attenzioni, ci portava sempre dei regalini. Aveva sempre una novità e voleva tanto bene a mia madre. Aveva un houmor inglese fine e lucido , quelle sue battute in dialetto tipico palermitano erano qualcosa di meraviglioso. Ho tanti bei ricordi di zio Vincenzo che abitava  i primi tempi nella villa dell’Arenella e ricordo lo andavamo a trovare e ci riunivamo nella grande sala, dove si metteva qualche tempo prima, mi dicono,  mia nonna Franca finchè fu in vita, allorchè veniva a Palermo per riposarsi e guardare il mare che gli evocava dolci ricordi. Naturalmente queste cose li ho sapute dopo qualche tempo quando mi sono inoltrata verso la maturità. Addirittura  conservo delle lettere d’amore tra mia nonna e mio nonno,un vero epistolario, di una dolcezza ed un amore immenso. Sicuramente non li renderò mai pubbliche. Esse serviranno a sfatare quei turpi pettegolezzi che sono stati avanzati da un biografo attuale della Famiglia Florio, di cui non faccio il nome, che avanzò dei sospetti su mia nonna,a detta del quale ella amoreggiò con l’artista Boldini brutto fisicamente e basso.Ma sinceramente dei biografi della famiglia Florio non voglio parlare.

D-Che ricordo ha di sua zia Lucie amorevole compagna di Vincenzo , di Cecè Paladino di sua moglie Silvana e di sua cugina Arabella Salviati?

R-Di mia zia Lucie compagna di zio Vincenzo , morta negli anni sessanta ho pochissimi ricordi, ero troppo piccola per poter avere un quadro completo, mia madre tra l’altro si trascinava stancamente per cui non aveva quella forza che era la sua prerogativa, cosi come Arabella Salviati con la quale ci siamo visti qualche volta. Cosa che non posso dire di Cecè Paladino al quale volevo bene, morto sfortunatamente di recente e di sua moglie Silvana con la quale ci vediamo spesso ogni qualvolta vengo a Palermo.Tra l’altro venire all’Arenella mi riporta indietro nel tempo e mi evoca tanti ricordi.

Cecè aveva una rassomiglianza incredibile con mio zio Vincenzo , vederlo muoversi fino a poco tempo fa all’Arenella mi faceva sentire a casa, mi faceva rivedere mia madre.

D-Sua madre Giulia  morta nel 1989, ha vissuto un epoca densa di grandi avvenimenti fausti e infausti, ci parli della sua vita e ci racconti qualche aneddoto?    

Gli ultimi dieci anni di vita di mia madre come ho detto sopra sono stati tribolati,essa ha vissuto a cavallo tra due grandi ere. Nata quasi a ridosso del primo conflitto mondiale si è trovata subito nella fase discendente della Famiglia dovuta alla crisi economica di cui tanto è stato scritto, inoltre la  prematura morte del fratellino Ignazio detto Baby Boy e della sorella Giovannuzza, ha proiettato questa donna in una realtà ben diversa rispetto agli altri anche se mia Nonna non ha mai fatto particolarità. Giulia Florio era cocciuta , testarda ma sapeva quello che faceva. Studiò per conto suo a Roma e fu qui che conobbe mio padre. Mia nonna e mio nonno non erano più quelli di una volta, almeno economicamente,il tracollo era già cominciato da tempo, ma mia madre non se ne fece un cruccio, si sposò, e al corredo e alle tante altre cose che in un matrimonio per una figlia femmina sono importanti, pensò la famiglia dello sposo.Si è legata nella maturità molto alla sorella Igea morta nel 1974 , l’unico anello della famiglia rimasto,alla sua morte ne soffri moltissimo, da li in poi si lasciò andare. Mi ha lasciato un grande messaggio in positivo:” ricordare fa sempre bene in quanto un raccordo con il passato è necessario”. Ma è importante non intristirsi ricordando, bisogna trarre dai ricordi l’humus per continuare ad andare avanti e fare sempre cose belle.

Gli chiediamo se per le Tribune di Cerda acquistate di recente dalla Provincia Regionale di Palermo ci sia qualche spiraglio di inizio lavori in modo da programmare qualche manifestazione e adibirle a museo della Targa.

Pare ci dice Costanza  che qualcosa si stia muovendo, sembra che la pratica si  sblocchi da un momento all’altro. Il Presidente Avanti sollecitato da Noi e da tutti quei tifosi che ancora sono tanti qui a Palermo e in tutto il mondo,ci sta mettendo del suo .Anche da questo parte la nuova fase di rinascita della Sicilia dei  Florio.La ringraziamo per la bella giornata che ci ha concesso e per un attimo siamo ritornati indietro nel tempo lontani dai clamori di questa vita.

Raffaello Brullo

 

 

 

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