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I Ricordi -Incontro con Cecè Paladino

Incontro con Cecè Paladino, ultimo erede dei Florio

 

Incontrare Cecè Paladino nipote prediletto di Don Vincenzo Florio, ultimo erede  di questa prestigiosa Famiglia , che tanto lustro ha dato alla Sicilia, è stata una esperienza fondamentale per la vita di un  cronista che ha vissuto i fatti della Sicilia in modo totale. Incontrare colui che è stato il rappresentante di un epoca splendida che rievocava in modo affettuoso questi suoi ricordi familiari commoventi e spassosi nello stesso tempo , è stata per me e per chi mi affiancava , una grande emozione.

Già in occasione del Trofeo della Targa Florio Storica di Cefalù , avevamo avuto modo di conoscere Cecè Paladino e Donna Costanza Afan de Rjvera figlia di Giulia Florio erede di Ignazio Florio e ci eravamo dati appuntamento per vederci alla Tonnara Florio all’Arenella a Palermo.

Cecè Paladino è stato di parola  e giorno ventisette maggio di qualche paio d’anni fa, ci ha concesso di fare nella sua residenza, una piccola carrellata di ricordi e di episodi curiosi  vissuti  nella sua vita in giro per il mondo.Siamo rimasti impressionati  dalla sua figura fisica e dalla somiglianza  impressionante con Don Vincenzo Florio , da me conosciuto solo attraverso foto e libri sulla storia della Famiglia e dalla passione per la prestigiosa Targa Florio.

Cecè Paladino è stato campione mondiale di pesca subacquea, uno sportivo di razza senza uguali , ha fatto parte  in giovane età della squadra Azzurra, il nonno gli aveva instillato la passione per la velocità ma non intesa fine a se stessa, ma con l’uomo al centro capace di dominare l’auto, in pratica il pilota era considerato il fulcro per dare agli eventi un carattere epico come Lui spesso ama dire.

La sua vita a fianco del nonno comincia prima ma  nel 1955 ha il suo battesimo ufficiale ,  Don Vincenzo lo considera già sin da allora nipote prediletto e sportivo appassionato. Il Cavaliere per responsabilizzarlo gli aveva affidato degli incarichi in seno all’Organizzazione .Uno di questi, nel 1956 era stato quello di Commissario ai rifornimenti..Nel 1958 Don Vincenzo lo promosse a pieni voti Commissario di percorso.In tal modo, Cecè si era reso conto  di cosa significasse la Targa Florio nella realtà pratica.

Alla nostra domanda sui Florio  il suo sorriso si è allargato e ha cominciato a  raccontare  gli ultimi albori dei Florio. Fu vicino a Ignazio oltre che a Vincenzo e alla bellissima Franca , i quali avevano creato  un grande impero in Sicilia. I Florio furono per quell’epoca dei Mecenati  immensi, già da allora ai loro impiegati davano l’alloggio gratuito, l’asilo, l’assistenza Sanitaria, cosa impensabile per la Sicilia di quell’epoca. Avevano una flotta immensa, cento navi acquistata dalla flotta Rubattino di Genova, che oltre a solcare il mediterraneo, tre volte al mese faceva la rotta Palermo-New York.

Palermo divenne in quel tempo la capitale della belle-epoque, tutto questo fino a che ci fu  una dinastia illuminata di ministri come  Orlando e  Crispi,;poi ad un certo punto fu deciso di abbattere l’imprenditoria Florio al Sud.

Ai Florio vengono tolte le sovvenzioni dallo Stato centrale Piemontese e la famiglia dovrà purtroppo vendere per ripianare  i propri  debiti.Da li tutta una escalation in negativo per la Famiglia Florio.

Poi Paladino si sofferma sull’eredità della Targa da parte  di Don Vincenzo sul letto di morte ad Epernay in Francia.

Racconta:a d Epernay ci eravamo recati insieme a Lucie  e al nonno  per una visita presso un medico Francese.  Di notte  il Nonno si sentì male e vomitò sangue  e  ci si rese conto lucidamente che stava per morire e tra le tante cose di famiglia ,mi raccomandò di seguire e onorare sempre la mitica Targa finchè la gara si sarebbe disputata. E cosi fù fino al 1968 , furono anni duri, ma indimenticabili.

Cecè Paladino si trovò a gestire la FIAST , la vecchia società di Vincenzo Florio, ma i soldi erano innegabilmente pochi.

Fin quando ci fu alla guida dell’Automobil Club il Principe di Giardinelli  le cose andarono per il giusto verso, poi operammo con il Barone Pucci e Raimondo Lanza di Trabia, naturalmente operavamo sulla falsariga di quelle esperienze che aveva fatto il nonno, ma i soldi cominciavano a scarseggiare e non vi dico i salti mortali per poter rimanere a galla , ho onorato la promessa di seguire la Targa fino al  1968 , dopodichè mi sono ritirato dalla organizzazione della corsa.

Oggi  non ho pensato neanche per un attimo a rientrare in quel mondo, sono finiti i grossi personaggi e la mentalità dei politici è molto ristretta.Ho conosciuto Renzo Castagneto che fù direttore di corsa della Targa , uomo serio  preparato, professionale  ma cavilloso fino all’inverosimile.

Ho conosciuto quasi tutti i piloti mitici della Targa di allora , ricordo Gendebien, , Moss e ho un ricordo particolare di Nuvolari  con il quale ho fatto personalmente trenta salite di Monte Pellegrino. In prova Nuvolari era tutto, pilota , collaudatore, meccanico e grande conoscitore del mondo,cosa da non poco.Aveva avuto dei lutti in famiglia e tante traversie.

L’Ing. Taruffi era preciso metodico, tutto in Lui era ponderato.

Moss era un estroverso , si divertiva quando correva la Targa ,ma la cosa era comune a tutti quando correvano sulle Madonie in occasione della Targa.

Alla mia domanda se oggi Cecè Paladino ha in mente di aprire un Museo dei ricordi  o una Fondazione, ci ha risposto nel modo seguente:

Stiamo pensando ad istituire una fondazione Florio composta da un Direttorio e affidata a gente giovane che abbia la capacità e l’intenzione di fare cose belle ed eleganti per questa terra, anche per rinverdire i fasti del passato.

Per fare ciò sono necessari i contatti  che mio Nonno sempre mi raccomandava di non  perdere, con le persone giuste.

Adesso vivo in Madagascar e curo la mia attività lavorativa , ma il mio sogno futuro sarebbe quello di lasciare qualcosa a questa meravigliosa città con i suoi pregi e difetti, città  che ho amato come nessuna   altra cosa al mondo.Mi rendo conto che non è facile. Nel salutarlo abbiamo rivisto   sempre più marcatamente i tratti e la classe del Nonno Vincenzo

Lo lasciamo ripromettendoci di incontrarci a Palermo e portandoci dietro il ricordo di  questa meravigliosa giornata in compagnia  di un gattopardo in perfetta linea con i tempi presenti. Peccato che poi non c’è stata possibilità di rivederlo, in quanto abbiamo appreso della sua  morte improvvisa . Un grande gentiluomo che se ne va in punta di piedi dopo Antonio Pucci.

 

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